Nell’Alto Medioevo, a partire dal IV secolo D. C. i pellegrini che desideravano visitare i luoghi santi cominciarono a fare lunghi viaggi in Europa.
I punti focali dei fedeli erano: San Giacomo di Compostela, Roma e Gerusalemme. In seguito a questo enorme afflusso di pellegrini, che in virtù della loro credenza religiosa arrivavano sempre più spesso in Europa, inizia a comporsi una tela di strade. Lungo queste vie sorsero numerose chiese ma anche rifugi e ospedali destinati all’accoglienza dei fedeli.
Con il trascorrere del tempo e in seguito al mutare delle stagioni, alle vicende politiche e alla venerazione più o meno cospicua dei luogo di culto, questi itinerari subirono delle modifiche come per esempio la costruzione di ponti per necessità pratiche.
In Italia all’epoca, le strade più frequentate erano soprattutto la via Francigena, la via Aurelia e la via Cassia. Anche se esistevano delle alternative i pellegrini per una questione di tutela e di sicurezza preferivano percorrere una di queste tre grandi arterie per arrivare a destinazione.
Nel ‘900 Sigerico, l’arcivescoco di Canterbury racconta nei dettagli il suo viaggio verso Roma intrapreso per ricevere l’investitura.
Il nome Francigena indica la via o le vie che ”dalla terra dei Franchi” permettevano ai fedeli d’oltralpe di raggiungere la capitale. Grazie al cosiddetto ‘telefono senza fili’ e in assenza della stampa i pellegrini si trasmettevano con il passaparola le varie indicazioni attinenti a questo percorso.
La via Francigena nel tempo divenne un percorso commerciale per le spezie, la seta e altre mercanzie che provenivano dall’Oriente e venivano introdotte sui mercati nord europei passando per l’Italia. In seguito allo sviluppo di questi commerci la via nel corso dei secoli cambi² nome diventando via Romea.
Lungo l’asse della Francigena iniziarono a svilupparsi i primi villaggi e successivamente classificate città come Siena e San Gimignano. Tra il 990 e il 994, quando l’arcivescovo Sigerico attraversò San Gimignano, (Sante Geminiane come lo stesso ricorda), quest’ultimo era un castello della Chiesa Volterrana.Anche se a San Gimignano già all’inizio del ‘200 era stata costruita una cinta muraria, nella seconda metà dello stesso secolo, in seguito all’espansione commerciale e alla crescita demografica fu creato un secondo giro di mura che comprendeva i poggi della Torre, Montestaffoli e i piccoli borghi di San Giovanni e San Matteo che erano sorti proprio sulla via Francigena. Tuttavia l’economia di San Gimignano subì la crisi internazionaÃle che portò al crollo dello sviluppo economico e demografico sangimignanese.
Comunque nel corso dei secoli San Gimignano riacquistò la sua immagine medievale costruendo la sua fama e la sua ricchezza che tutt’oggi vanta. Sulla via che attraversa in toto San Gimignano, tra le due porte ancora transitabili il cui nome deriva dai borghi, sulle piazze del Duomo e della Cisterna sono ancora presenti la maggior parte dei luoghi di culto e gli edifici civili più importanti che ripercorrono nella loro edilizia e nelle loro decorazioni i tratti salienti della cultura architettonica dei maggiori centri culturali della Toscana.
Dal 1994, la Via Francigena è stata dichiarata “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”.